Gillette, il meglio di un uomo
E’ interessante il dibattito intorno all’operazione di Gillette The best a man can get.
Tutto è cominciato con un video (We Believe: the Best Men Can Be), pubblicato il 13 gennaio 2019. il canale di Gillette ha 150k iscritti e i suoi video raramente superano i 100k di visualizzazioni. Questo ne ha fatte più di 30 milioni*.
Il video propone dei comportamenti maschili “non socialmente corretti”. Che sia il palpeggio di una cameriera…
… o il catcalling verso una passante carina; o il lasciare che i bimbi si azzuffino perché è nella loro natura; o, all’interno di una riunione di lavoro, spiegare agli altri cosa la collega donna ha appena detto (perché lei è limitata quando si parla di business).
Gillette viene a dirci che l’uomo può essere meglio di così e quindi parte con la seconda parte, dove maschi “illuminati” intervengono a separare i bimbi che litigano o a fermare l’amico per dirgli che non è cool inseguire una bella ragazza per strada.
Il video non è piaciuto. Su 30M di visualizzazioni, ci sono stati 790K di like e ben 1.4M di dislike.
Diversi tipi di critiche sembrano emerse, provenienti anche da parti opposte.
Ad esempio c’è chi accusa Gillette di “femminilizzare” il maschio. E’ un commento che viene da quella parte triviale del genere maschile che pensa che non ci sia nulla di male nei comportamenti stigmatizzati dal video; o dai famigerati benaltristi che sostengono ci siano cose più importanti di cui preoccuparsi.
Un’altra parte non ha gradito il video perché alla fine è una operazione commerciale, che strumentalizza tematiche serie e cerca di lucrarci sopra.
C’è anche chi ha visto del razzismo nel video. Infatti i comportamenti deprecabili sono tutti condotti da uomini bianchi mentre i comportamenti “giusti” sono messi in pratica da due neri e da un bianco…
O…k… :-/ però c’è un’altra tipologia di critiche che mi pare più interessante.
Alla fine, si dice, non è che Gillette ha fatto un video “sessista”? (anche se al contrario). Infatti il video prende alcuni comportamenti maschili stereotipati e li critica, come se la maggior parte del mondo maschile non li deprecasse già. C’era bisogno di Gillette per capire che fischiare ad una ragazza per strada è una cosa che non si fa?
Probabilmente no, non ce ne era bisogno. Io non sono come gli uomini rappresentati nel video e non lo sono nessuno dei miei amici. Di più, non conosco nessuno che palpeggi le ragazze e non ho mai visto sul posto di lavoro nessuno che umiliasse una donna perché donna. Il mondo rappresentato da Gillette è molto lontano dal mio.
Però è vero che quel mondo esiste ancora e basta leggere i giornali per vedere che ogni giorno emerge un caso, spesso pure tragico, di uomini che si ritengono superiori alle donne.
C’è da dire che Gillette sta facendo pubblicità e i 30M di views sul suo canale sono il segno del successo della campagna, del tutto indipendente dall’evoluzione sociale che il video potrebbe provocare. C’è anche da dire che Gillette ha deciso di devolvere 1M$ ogni anno ad una associazione che si occupa di parità di genere. (link)
Ma, detto questo, e riassumendo, che un brand commerciale venga ad insegnare i comportamenti socialmente corretti fa un po’ specie. Al tempo stesso però, questi messaggi (con la carica emozionale elevata dello spot Gillette) penso facciano ancora bene e ancora aiutino a far evolvere la società verso il passo successivo.
We Believe: the Best Men Can Be diretto da Kim Gehrig, prodotto da Grey (WPP group)
(*) dati rilevati il 23 aprile 2019
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