Salone del Libro di Torino, maggio 9-12, 2019
Il solito miliardo e mezzo di stimoli che arrivano dal Salone del Libro
dal diario di bordo del 9-12 maggio 2019. Torino
Se capita di andare ad un festival del cinema, si finisce a vedere film. Oppure, se si va a un concerto, si ascolta un po’ di musica e si balla nel pit. Se invece si va al salone di Torino non ci si può limitare a girovagare fra gli stand di editori a guardare le copertine dei libri, perché si è sottoposti a stimoli continui che ci interrogano su cosa faremo della nostra vita da lì in avanti.
Forse esagero? Vediamo cosa è capitato nell’edizione 2019, la 32a per il Salone Internazionale del Libro di Torino.
“Se questo è un uomo: il libro primogenito”, dove Domenico Scarpa ha presentato il lavoro di due ricercatori, Angelo La Gorga e Victoria Musiolek che sono andati alla ricerca dei circa 1500 volumi della prima edizione (per i tipi di De Silva nell’ottobre 1947) di Se questo è un uomo di Primo Levi.
In parte sono possedimenti di biblioteche o istituzioni, ma in parte in mano ai privati. Che storie hanno avuto questi libri? Che storie hanno avuto i proprietari di questi libri? E i ricercatori si sono messi a ricercare, trovandone alcuni e raccontandone le vicende. Anche il sito di Raistoria ne parla a questo link.
Ciò che resta è il fascino del libro stampato, anche (e proprio) se malandato. Per le storie che racconta nelle sue pagine e nei suoi stropicciamenti. Viene voglia di recuperare cose antiche o di rivalorizzare quelle che abbiamo in casa.
“Oltre Amazon” ha raccolto intorno al tavolo un po’ di gestori di librerie d’America, che devono fronteggiare la concorrenza dei colossi online, primo fra tutti Amazon.
Viene voglia di ritrovare il fascino delle librerie, del mettersi lì a sfogliare qualche pagina o ascoltare i consigli del librario.
C’è una cosa che gli shop online non potranno mai dare, dice all’incontro una libraia. È il fascino della scoperta. Il trovare qualcosa che non ci aspettavamo di trovare
Questo è molto vero nel mondo digitale, dove tutto ciò che troviamo online è esattamente quello che già sappiamo che ci piacerà, frutto di sempre più sofisticati algoritmi che filtrano l’enorme mole di informazioni disponibili. Nelle librerie invece, un umano con i suoi gusti e sensibilità ha selezionato le proposte per noi.
Gian Luca Favetto è un tipo strano, arzigogolato. Lo conosco perché ha una gran voce e una grande capacità a recitare e, per questo, collabora con Wikiradio (e fantastica è stata la puntata sulla conquista del Cervino, del 14.7.2017).
A Torino Favetto è venuto a presentato un libro e si presenta per come è: agitato sulla poltrona, per niente timoroso di mostrare la sua (credo) alopecia.
Tra gli stand istituzionali, c’è quello del Senato che fa un po’ di informazione per i più giovani. Quando ci passo, una stenografa racconta la storia della tastiera Michela, che è uno strumento per trascrivere in tempo reale le discussioni nel Parlamento. Prima di pubblicare i testi, c’è anche un intervento di un ufficio specifico che “corregge” quando detto dai Senatori (errori di logica e di grammatica). Azz.
Luca Mercalli è un catastrofista che si danna l’anima per far capire a tutti quelli che incontra che non c’è più tempo (titolo anche del suo libro presentato al Salone). E la sala Granata è piena, e lo vede muoversi nervosamente lungo il palco mentre parla di ghiacciai che non ci sono più o di epidemie che si diffonderanno sempre più facilmente grazie al riscaldamento globale. Estremamente efficace.
Laggiù, sul palco, Adrian Fartade racconta del suo libro, Su Nettuno piovono diamanti. La sala è piena e resto fuori ma ho già visto Adrian due settimane prima a Lucca. Eccomi nella foto di gruppo.
Mi si vede anche, con la stessa camicia (!!), nel video che Adrian gira fuori dalla sala per immortalare la gente in coda.
Fartade - Link for universe è Youtuber rilevante per la passione e il lavoro di divulgazione che fa su temi legati all’esplorazione spaziale.
Nella stessa sala poco dopo arriva Filippo Solibello per presentare il suo libro sulla plastica, per ridurne al minimo il consumo. Appassionato, divertente, convincente.
Fra gli incontri più interessanti di #Salto19, La via italiana al Western, coordinato da Emanuele Vietina, di Lucca Comics and Games, con Christian Cantamessa uno degli storywriter di Red Dead Redemption 1 e 2; Michele Masiero di Sergio Bonelli Editore e Sergio Toffetti presidente del Museo del Cinema di Torino.
Tutti quanti parlano del western e di come sia stato rappresentato con diversi linguaggi. Quelli del cinema, quelli del fumetto e quelli del videogioco. Devo riprendere in mano RDR2 che avevo abbandonato dopo la morte di Arthur… Cantamessa, italiano emigrato in America 20 anni fa, è un gran tipo.
E in serata arriva invece uno dei più toccanti momenti del Salone del Libro. In una piccola sala decentrata, con una decina di altre persone, ascoltiamo Fausto Colombo che ci presenta Imago Pietatis insieme a Domenico Quirico, giornalista, provocatore e francamente ignorante sul tema della fotografia.
Fare fotografie è facile. Basta prendere dimestichezza con quella macchina lì… mica devi sapere la sintassi
È solo una delle “perle” del Quirico…
Per fortuna ignorante non è Colombo che quando vide la foto di Alan Kurdi, spiaggiato morto in Turchia, pensò che qualcosa si dovesse fare per non mandare perduta quell’immagine e quel sacrificio.
Interessante anche il lavoro di Guido Tonelli che presenta il suo lavoro: Genesi. Si tratta di capire da dove viene il nostro universo e da dove viene la nostra specie perché…
se conosciamo le nostre radici, possiamo costruire la storia del nostro futuro
Tonelli infatti si è chiesto come mai, nelle grotte preistoriche, qualcuno trovasse il tempo per fare disegni sulla roccia e perché si sentisse il bisogno di lasciare una traccia. E il motivo è proprio quello di costruire un legame con le proprie radici, di avere qualcosa da tramandare, per dare consapevolezza e forza alle nuove generazioni.
Nei vari incontri nelle varie aree Matteo Landini si è messo a parlare di giovani e internet e videogiochi.
Nota, il Landini che…
è venuta meno la comunità educante ovvero l’assistenza continua e generale di “educazione” dei giovani. Oggi si ha paura del mondo esterno e si riempiono i ragazzi di cellulari e iPad e li si chiudono in casa a giocare, sempre più soli. E poi, prosegue Landini, ci si lamenta che i giovani siano sempre davanti ad uno schermo…
Ne parla in un servizio anche Rete Sette (che ha curato le riprese in tutto il Salone) dove appaio anche io in un paio di riprese
L’ultimo incontro per il mio Salone del Libro di Torino è dedicato ai migranti arrivati nell’hot spot di Samos, Grecia. Un campo profugo fatto per 1500 persone ma che ne ospita 4000. La situazione è ben descritta in questo articolo.
Qui a Torino, in una sala gremita oltre misura, tre ragazzi raccontano la loro esperienza di volontari in quel campo.
Moderati da Ottavia Brussino, parlano Nicolò Gavoni che ha scritto un nuovo libro sul tema e ha co-fondato l’associazione “I still rise”; Nicoletta Novara che presenta il progetto Attraverso i loro occhi. Si è trattato di dotare i bambini del campo di una macchina usa e getta e far scattare loro foto del loro quotidiano. Ne è uscito un quadro vivissimo, triste ma anche divertente.
Le loro foto sono raccolte in questo sito.
Infine, altre due foto scattate al Salone in giro per gli stand. Figlia di editore passa il tempo. La torre del libro.
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