Voglio mangiare il tuo pancreas
il film scritto e diretto da Ushijima Shinichiro tratto dal romanzo di Sumino Yuro sugli adolescenti e si rivolge ad adolescenti. Anzi, non è soltanto un film ma una operazione commerciale. Che però ha estremamente senso ed è in grado di parlare a tutti.
che cosa è “Voglio mangiare il tuo pancreas”
Sumino scrive “Voglio mangiare il tuo pancreas” su un sito dedicato alla scoperta di nuovi autori. Qualcuno crede nel progetto e pubblica il libro nel 2014. Venderà tre milioni di copie. Ecco che dal romanzo esce il manga, e poi il film live-action e infine l’anime di cui parliamo qui.
tre opere: romanzo, manga e anime
Molti discorsi diretti, molta introspezione e, nell’anime, musiche melodiche pop/rock. Esasperazione dei sentimenti e spiegoni uno dietro l’altro, giusto perché non si rischi mai di perdere il senso della storia. Ad una prima visione Voglio mangiare il tuo pancreas può disturbare
John May lavora. Lavora con passione e con scrupolo, ritenendo la sua attività una missione sociale.
Tant’è che lo licenziano: troppa passione e troppa dedizione portano a troppa lentezza e, quindi, alti costi operativi. Ma John May non può lasciare il lavoro adesso, perché deve chiudere un’ultima pratica…
Still life è girato a Londra e interpretato magnificamente da Eddie Marsan. Il film è scritto e diretto da Uberto Pasolini, italiano di nascita, da trentacinque anni residente nel Regno Unito. Still Life racconta la sua storia in modo magistrale. Portando lo spettatore passo dopo passo dentro la vita di John May e dentro la vita delle persone che incontra. E’ un film dove tutto procede per immagini, con le parole ridotte all’essenziale e mai fuori luogo. E’ un film dove le inquadrature non sono mai banali.
L’idea che sta dietro a Still life è potente. La prima sequenza del film ci mostra Mr. May che, solo, assiste ad un funerale in una chiesa cattolica. Poi ad un altro funerale, sempre solo, in una chiesa ortodossa. Poi ad un altro ancora in una protestante, ancora solo.
”Sono rimasto incantato”, dice il regista, “al pensiero di quelle tombe solitarie e dei servizi funebri vuoti. Ho cominciato a pensare alla solitudine e alla morte e che cosa significa essere parte di una comunità. Scrivendo la sceneggiatura mi sono sentito in colpa per non conoscere i miei vicini e la comunità locale”.
Anche John May sente la stessa responsabilità quando scopre che è morto un suo dirimpettaio in un anonimo condominio alla periferia di Londra. Il suo ultimo caso.
Richiamate dal titolo, le “nature morte” sono molte. Ad esempio l’inquadratura fissa sul tonno precisamente estratto dalla scatola d’alluminio accompagnato da un toast. O la trota, bruciacchiata. Ma sono “nature morte” che evolvono perché poste in diversi contesti sociali o perché danno il senso del miglioramento di John (la lisca della trota appena visibile verso il finale del film è il segno della capacità del protagonista di non bruciare più il cibo). La faccia piena d’espressività del compassato John May è l’architrave del film. Eddie Marsan ha una buona esperienza alle spalle in Inghilterra come negli Stati Uniti e la utilizza tutta per renderci la passione e la ferma convinzione del burocrate Mr. May, fino a toccarci le corde più intime.
Still life merita di essere visto pronti a commuoversi sul senso vero del film che tenta di parlare del senso della vita. La messa in scena, le inquadrature e la grande prova di Eddie Marsan ci mostrano la potenza del cinema
Still Life scritto e diretto da Uberto Pasolini (Gran Bretagna, 2013) con Eddie Marsan, Joanne Froggatt; direttore della fotografia, Stefano Falivene.
Il film è distribuito in Italia dalla BIM (nelle sale dal 12 dicembre 2013) Uberto Pasolini è principalmente un produttore. Ha raggiunto il successo con Full monty e Palookaville. Ha scritto e diretto nel 2008, Machan – La vera storia di una falsa squadra.
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