Compagno Gorbaciov
il nuovo film di Werner Herzog Meet Gorbachev è a Ferrara al Festival di Internazionale.
Ma facciamo un salto nel tempo.
Respirai profondamente. Alzai lo sguardo e lo puntai diritto negli occhi di lei. Presi il plettro in mano e cominciai.
“Compagno Gorbaciov // ormai è finita”
Eh si, lo so. Adesso. Questi versi non sono il massimo per conquistare una ragazza. È che avevo 19 anni e son buoni tutti a suonare la canzone del sole. Ma a mettere in versi l’amore per un leader politico mica no! Non ricordo come andò con lei dopo che terminai di cantare la mia canzone inedita su Michail Sergevic. Però so che la canzone restò inedita e della ragazza nessuna traccia significativa.
Ripenso a queste cose mentre torno di notte dal Cinema Boldini. Siamo a Ferrara, Festival di Internazionale, ottobre 2019. È giovedì. Ormai è qualche anno che arrivo a Ferrara il giovedì così da essere pronto a blocchi di partenza la mattina del giorno dopo. E da un po’ il giovedì c’è sempre un film la sera. Non mi informo neanche di che cosa si tratti. È gratis. La gente sorride. Entro.
Mi trovo Werner Herzog che intervista Michail Sergevic Gorbaciov, ormai 88enne, che ripercorre la sua vita. Ha un faccione enorme, la macchia sulla capoccia s’è spostata. Come i continenti alla deriva. E infatti son passati secoli.
Mi ricordo che un giorno mia madre era fuori casa, e io appiccicai col ferro da stiro la bandiera dell’unione sovietica sulla spalla di un giacchetto nero. La mia prima stiratura.
Mi ricordo che leggemmo collettivamente il discorso di Gorbaciov a Pechino, nel maggio del 1989, su trasparenza e riforme, che rinfocolò le proteste della Tiananmen.
Mi ricordo che eravamo in piazza a solidarizzare quando la Tiananmen fu sradicata o che cantavamo mentre il muro di Berlino fu fatto a pezzi.
Mi ricordo che davo il merito di tutto questo (e anche di più) a Gorbaciov. Forse non è del tutto vero. Non ho mai approfondito.
Quando quella ragazza sparì nel nulla dopo aver sentito la mia ode a Gorbaciov, forse conclusi che la politica internazionale non era un argomento buono.
Ma adesso Gorbaciov è tornato nell’ultimo film di Herzog, visto per caso, un giovedì d’ottobre a Ferrara, solitario e freddo. L’ultimo leader sovietico è sempre vivo, anzi ha degli occhi spiritati che non stanno fermi un secondo. Mentre torno a casa pensando al film, mi torna in mente un dialogo. Herzog chiede a Gorbaciov se ha pensato a cosa scrivere sulla sua lapide. Michail Sergevic risponde che no, non ci ha pensato. Però, dice, gli è piaciuta quella di un suo amico: “ci ho provato”.
Inciampo in un ciottolo nei vicoli interni di Ferrara. Per un secondo smetto di pensare a Gorbaciov e al film. Stavo per chiedermi se io potessi dire altrettanto: ci ho provato? Guardo l’orologio, son passati 3 minuti. Ah, che fortuna. Non c’è più tempo per rispondere.
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